50 ANNI INSIEME

Il 16 settembre 2023 è stato celebrato il cinquantesimo anniversario della fondazione del Centro giovanile "Don Italo Calabrò".
Tale giornata si è rivelata essere una grande occasione per festeggiare una delle più belle realtà presenti sul nostro territorio e per regalare sorrisi, gioia e commozione tra tutti i presenti. 

E' stato proprio nel corso di questa celebrazione che sono riaffiorati i ricordi dalla sua istituzione fino ad oggi, riportando le storie e le emozioni di coloro che lo hanno vissuto, operatori e ospiti, e ribadendo il suo essere punto di riferimento per i giovani. 
Il vescovo Morrone per descriverlo ha usato, infatti, l'espressione "la bellezza di un'opera" ed è proprio di questo che si tratta: un'immensa opera, un dono, un impegno lungo 50 anni al servizio dei giovani e della comunità. 


Testimonianze

Io ho trascorso 10 anni tra Pilati e Melito. Sono stati gli anni più ricchi, belli, e importanti della mia vita. La guida paterna, affettuosa e illuminante di Don Italo mi ha inculcato valori umani, etici e una religiosità che ancora sono vivi nella mia vita.
Anche la convivenza con i ragazzi è stata ricca di affetto, generando dei legami ancora vivi e saldi. Insomma sono stati tra gli anni più belli, intensi e ricchi della mia vita.
Eterna riconoscenza a Don Italo che mi ha dato la possibilità di vivere questa esperienza.

Peppe Nato


Il periodo trascorso a Pilati come educatrice dei ragazzi più piccoli è stata un'esperienza unica che mi ha portato a vivere con speranza e maggiore capacità di ascolto e condivisione le situazioni più varie e i cambiamenti vissuti.
La presenza di Don Italo, che periodicamente ci veniva a trovare dava serenità con il suo costante sorriso, le sue battute che coglievano nel segno, e portava a far emergere gli aspetti veramente importanti del nostro lavoro.
Ci siamo abituati ad affrontare insieme le problematiche quotidiane ed a cercar di rimuovere ciò che nei ragazzi creava tristezza. I ragazzi in genere erano vivaci e spontanei e ci consideravano di famiglia.
Spero di aver conservato questo atteggiamento nel mio lavoro successivo d'insegnante e sono grata a Don italo e alle persone incontrate.

Sandra Cossio  


L'esperienza al Centro Giovanile di Pilati ha rappresentato una tra le più significative della mia vita professionale, di crescita umana e spirituale.
La guida costante di Don Italo ha riempito di significato ogni momento dell'attività di de istituzionalizzazione per la quale ero stata coinvolta come assistente sociale.
L'accoglienza, l'attenzione ai bisogni di ogni minore e l'accompagnamento di tutto il gruppo di educatori e delle loro famiglie hanno permesso ai ragazzi di fare un percorso educativo che a distanza di 50 anni possiamo dire più che soddisfacente.
Quei minori li ho portati sempre nel mio cuore, le loro storie e la relazione di aiuto reciproco mi hanno sempre accompagnata indicandomi spesso la strada per la risoluzione delle problematiche complesse professionali e personali.
Posso dire che l'esperienza in tale contesto e la figura di Don Italo sono stati e lo sono ancora, il faro della mia esistenza.
Desidero ringraziare tutte le persone con le quali ho condiviso questa esperienza di condivisione, i ragazzi e Don Italo che con i suoi insegnamenti ci tiene ancora per mano e uniti

Antonella Toscano 


Mi chiamo Pasquale Orlando ho 35 anni e sono "figlio" del centro giovanile Don Italo Calabrò.
Quando arrivi in una casa famiglia sei un ragazzino arrabbiato e pensi che nessuno possa capirlo, pensi che il tuo mondo finisce, credi di partire per una prigione, ma io con il tempo ho imparato che non serve essere arrabbiati e che potevo usare quella rabbia che avevo dentro per poter costruirmi un futuro migliore. Ovviamente ero solo un ragazzino e non potevo capirlo da solo, gli operatori del centro giovanile e i vari volontari che si sono susseguiti nel corso degli anni, fin dai primi giorni mi hanno trattato come fossi un figlio loro, mi hanno fatto capire che il mio mondo non era finito ma che stava per iniziare un nuovo percorso che, con il loro sostegno, avrebbe potuto essere migliore.
Così è stato, ho potuto studiare, ho potuto conoscere e scegliere altri futuri, altre strade, questo grazie alle lezioni ricevute da quelli che per 5 anni sono stati, e in un certo senso saranno sempre, la mia famiglia.
Oggi sto per diventare padre e spero di poter trasmettere a mia figlia quelle lezioni e quella educazione, che al centro giovanile sono riusciti a trasmettermi.
Se potessi dare un consiglio a tutti i ragazzi che saranno ospiti della casa famiglia di pilati direi: approfittate di questi anni che vivrete qui, prendete tutto ciò che vi verrà offerto perché ora e solo ora troverete persone disposte a "regalarvi" qualcosa come educazione, istruzione, esperienza, comprensione, ascolto e tutto ciò che un buon genitore può donare ad un figlio, poi sarà troppo tardi e né le persone, né la vita stessa sarà disposta a regalarvi nulla.

PASQUALE ORLANDO



Mi chiamo Natalino Virgilio Modafferi e ho 46 anni.
Volgendo il mio sguardo al passato, l'evento che più ha caratterizzato la mia vita e contribuito alla mia formazione è stata la mia permanenza al Centro Giovanile di Pilati. Provengo da una famiglia molto numerosa, composta da 11 fratelli, 5 dei quali hanno vissuto questa lunga, ma intensa, esperienza con me.
Durante questi anni, si sono alternati momenti difficili e di sconforto, ma ho potuto costantemente contare sul supporto degli educatori, i quali si sono alternati durante la mia permanenza, ma hanno costituito dei punti di riferimento dai quali attingere innumerevoli insegnamenti.
La loro importanza per me era tale che fin da subito li ho considerati parte integrante della mia vita e della mia persona.
Il mio arrivo in questo luogo, fino a quel momento sconosciuto, ha inizialmente turbato il mio animo, ma col tempo ho creato legami così profondi e veritieri, con i ragazzi che stavano percorrendo il mio stesso cammino e con gli educatori, che è stato difficile dar loro l'ultimo saluto prima del mio permanente distacco.
Al Centro Giovanile ho provato delle emozioni uniche, ho compreso il vero significato dei legami interpersonali, legami che pur non essendo di sangue potevano ricoprire la medesima importanza, ho imparato i valori che sono alla base della mia vita e, in generale, devo a loro la persona che ad oggi sono.
Nonostante siano trascorsi 26 anni dalla tragica separazione da quell'ambiente a me molto caro, costudisco all'interno del mio animo splendidi ricordi legati al tempo e alle esperienze vissute con i miei compagni e ai gesti degli educatori: una singola carezza, un abbraccio, una parola espressa in un momento di conforto sono dei piccoli, ma significativi, gesti che mi facevano sentire amato come fossi loro figlio.
Gli educatori, dunque, erano molto di più di semplici gestori: rappresentavo figure genitoriali, le quali, oltre a regalarci dei momenti memorabili, ci hanno dato l'amore e l'affetto che ogni bambino si merita e necessita.
Concludo, così, facendo un particolare ringraziamento a tutti coloro che nel passato hanno colorato le mie giornate e che mi hanno trasmesso tutti quei valori che, ad oggi, ho insegnato ai miei figli.

MODAFFERI NATALE


Giornalino 50esimo anniversario

A cura di Elena Maria Andrianò (volontaria servizio civile 2024)