Gruppo Appartamento
Centro Giovanile "Don Italo Calabrò"
Amatevi tra voi,
di un amore forte,
di autentica condivisione di vita;
amate tutti coloro che incontrate sulla vostra strada,
nessuno escluso, mai!
E' questo il comandamento del Signore.
Don Italo Calabrò
Il Centro giovanile Don Italo Calabrò è nato nel 1973 grazie all'opera di Don Benvenuto Malara il quale si ispirò alla spiritualità di Don Italo Calabrò, da qui l'origine del nome.
La nostra è una comunità che accoglie ragazzi con situazioni di disagio personale e familiare e li accompagna nel percorso di crescita e di acquisizione della propria autonomia.
Don Italo Calabrò
Chi era il Prete degli ultimi...
Nato e cresciuto in una famiglia esemplare che lo ha educato al lavoro e alla fede, già giovanissimo manifesta la volontà di diventare sacerdote. A lui vennero affidati vari compiti e responsabilità ma rimase comunque un convertito non pienamente realizzato ritenendo di fondamentale importanza il quotidiano rinnovo del proprio "Si".
Ripose maggiore attenzione nei confronti dei più poveri e affermò, infatti:
"I poveri sono i nostri padroni. I poveri sono Cristo, l'ottavo sacramento".
Il suo servizio ha lasciato un segno indelebile all'interno della comunità ecclesiastica, e non solo, attraverso i suoi insegnamenti:
- Attenzione alle persone
- Scelta dei poveri e promozione del volontariato
- Metodo pastorale e amore per il Vangelo
Il suo insegnamento "Don Italo e il volontariato"
Attenzione alle persone
Il volontariato è anzitutto attenzione alle persone. Si direbbe che nasce proprio
provocato dalle persone, dalla constatazione che specialmente alcune persone,
le più povere ed emarginate, non sono trattate da persone, cioè con dignità,
con rispetto e vivono nell'umiliazione e nell'oblio. Questa attenzione, questa
volontà di creare rapporti personalizzati provoca la concretezza nelle risposte
(il volontariato è una risposta precisa data ai bisogni di questa persona, in
questo momento).La centralità della persona; c'è il superamento delle categorizzazione. Non ci sono i vecchi ma Pietro, la persona anziana vedovo, con la sola pensione
sociale, abbandonato dai figli, costretto ad uno stato di dipendenza totale,
lui che era così orgoglioso. Non ci sono i minori, ma Francesco minore, rimasto senza famiglia, avviato
prestissimo all'accattonaggio, al furto. Non c'è la categoria degli handicappati, ma i singoli bambini, ragazzi, adulti
che hanno sofferto in un certo ambiente, determinate forme di umiliazione. Umanizzazione nei servizi socio-sanitari. Possiamo e dobbiamo richiedere al personale impiegato nei servizi
socio-sanitari rispetto e attenzione per ogni persona. Ma dobbiamo anche constatare che il rapporto umano personalizzato non nasce
automaticamente dalla professione. Spesso le cose da fare sono così numerose che le persone contano poco; talvolta
la professione non è stata una scelta fatta sulla base di idoneità, ma solo un
lavoro.
Da qui l'esigenza di un volontariato come umanizzazione delle strutture di servizio. Forse la differenza più percepita dai poveri, dagli ammalati, ecc. a contatto con i volontari è questa: non rischiano mai di diventare numero, il numero di stanza, il numero di letto. Impegno di liberazione. Una caratteristica del volontariato che voglio ricordare in rapporto alle persona è l'impegno per la promozione e la liberazione. Il vero aiuto dato alle persone è quello che provoca la loro uscita, dallo stato di dipendenza e di povertà, verso una posizione di autonomia e di libertà. L'ambizione maggiore del volontario dovrebbe essere che gli altri non abbiano più bisogno di lui. Il volontariato e la partecipazione della comunità. I volontari non vogliono essere un alibi al permanere delle ingiustizie e al riprodursi delle emarginazioni. Non devono, non vogliono limitare il loro impegno per l'uomo all'opera del buon samaritano ma devono contribuire attivamente a trasformare l'attuale assetto assistenziale in un piano organico di servizi sociali; devono farsi animatori di un processo di partecipazione della comunità, con l'obbiettivo del superamento della emarginazione. Mobilitare la comunità. I volontari che accettassero la delega di fatto, anche coprendosi di meriti personali, finirebbero con il ritardare la crescita della gente e con l'impedire una reale alternativa alla situazione attuale. Perciò i volontari devono per un verso uscire dal loro angolo operativo e far sentire la propria voce nell'ente locale, con proposte, richieste, ecc. Peraltro devono farsi "volano" della partecipazione del numero maggiore possibile di cittadini e a tutti i livelli: a livello della programmazione e realizzazione dei servizi; dell'impostazione, approvazione e interpretazione delle nuove leggi regionali, delle delibere comunali o di quartiere; a livello del controllo del potere locale contro il pericolo di una gestione totalitaria o conservatrice del medesimo, a danno del benessere di tutti. Si tratta in altre parole di mobilitare la comunità, perché esca dall'individualismo e si riappropri del suo destino, strappandolo a tutti gli interessi estranei, sia privati che di partito. Il volontariato nella comunità parrocchiale. Credo, inoltre, di potere affermare che molti fratelli nelle nostre comunità parrocchiali sono inattivi perché non c'è chi li chiami, come gli operai della parabola evangelica: penso a tante persone libere da impegni immediati di lavoro o di famiglia (pensionati ancora validi, vedove, donne nubili) che vogliono o possono dare tanto del loro tempo, del loro cuore, forze anche delle loro modeste risorse ai bambini, a vecchi relegati nelle loro case, o nelle case di ricovero, agli handicappati, alle varie iniziative sociali e caritative della parrocchia e attendono solo un nostro invito, cordiale, fiducioso, insistente, per aprirsi ad una vita di condivisione con altri che riempirebbe anche tanti vuoti e le aiuterebbe a superare delusioni e frustrazioni che si portano dentro. Il volontariato della vocazione Noi sacerdoti, religiosi, suore, non abbiamo detto, non ripetiamo ogni giorno una spontanea, quindi volontaria, generosa risposta di oblazione totale della nostra vita al Signore ed ai fratelli? Non abbiamo messo a servizio di Cristo e dei poveri la nostra esistenza, accontentandoci di ricevere (e guai se non fosse così!) solo quanto è di congruo sostentamento per la vita di ogni giorno? Ho sempre riflettuto con gioia su questa nota meravigliosa del volontariato della nostra vocazione e vorrei condividere con voi, oggi, tale interiore soddisfazione. Ecco, perché, credo, siamo noi i primi abilitati a parlare di volontariato, a promuovere il volontariato, avendo fatto nota sostitutiva di una scelta integrale di vita.
"Don Italo e il volontariato", 1989
La Casa dei giovani di don Benvenuto Malara inizia a essere una realtà; Sono stati attivati i contratti di luce e acqua, grazie alle vostre donazioni(5x1000). A breve i ragazzi faranno ingresso. Se qualcuno volesse contribuire, manca ancora tanto.....
Stoviglie, accessori, tappeti, cuscini , piccoli elettrodomestici ecc...
GRAZIE A TUTTI I VOLONTARI CHE HANNO REALIZZATO L'AVVIAMENTO DEL NOSTRO PROGETTO!!!.
"Ci conceda il Signore la forza e l'entusiasmo per percorrerle coraggiosamente e continuare cosi, sul suo luminoso esempio, a rendere presente e operante il Vangelo della carità" (dal libro "Per crescere insieme ")
📣 𝗦𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗖𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲 𝗨𝗻𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗹𝗲: 𝗲𝗰𝗰𝗼 𝗶𝗹 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝗯𝗮𝗻𝗱𝗼!
La cooperativa Centro Giovanile Don Italo Calabrò partecipa al BANDO VOLONTARI SERVIZIO CIVILE 2024 con il progetto "𝑪𝒓𝒆𝒔𝒄𝒆𝒓𝒆 𝒊𝒏𝒔𝒊𝒆𝒎𝒆 2023."🔹Settore: Assistenza Minori e giovani in condizioni di disagio o di esclusione sociale🔸Obiettivo: Incoraggiare l'inserimento socio-educativo dei minori in condizioni di disagio e favorire un sano sviluppo psico-affettivo dei minori promuovendo positive interazioni col gruppo dei pari e con gli adulti.
📍Sede: Melito di Porto Salvo♦
La presentazione della domanda avviene accedendo mediante SPID alla piattaforma DOL (Domanda On Line) https://domandaonline.serviziocivile.it.
Il bando è accessibile sul sito del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale e su https://www.scelgoilserviziocivile.gov.it/ progetto: PTCSU0007923013552NMTX
Si può presentare una sola domanda, scegliendo un solo progetto e una sua sede di attuazione, entro le ore 14:00 del 15 febbraio 2024. Le domande possono essere annullate e ripresentate fino alle ore 14:00 del 14 febbraio 2024.
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Centro Giovanile Don italo Calabrò
Via Nazionale Pilati, n.67 Melito Porto Salvo 89063 (RC)
Numero di telefono: 0965781786
E-mail: centro.giovanile.mps@libero.it
PEC: centrogiovaniledonitalocalabro@pec.it